sabato 4 giugno 2016

BELLI 'STI GIOCHINI SCEMI




Poco tempo fa mi è successo di lavorare (come volontario) in una organizzazione ONLUS.
Tutte brave persone per definizione, molti volontari totali, tanti volontari parzialmente pagati come dipendenti. Ma pochissimo coinvolti nel senso di essere organizzazione, parola associata al termine azienda e quindi al concetto di fare soldi. *


Con la direzione nazionale era stato previsto un percorso che avrebbe dovuto durare molti anni, data la delicatezza del tema e la scarsa possibilità di ritrovare i membri dell'associazione tutti insieme, cominciando da un’attività esperienziale light durante un congresso, mezza formazione e mezza animazione ludica. 
Ovviamente le persone si sono divertite (come animatore sono bravino, devo riconoscermelo) ma inevitabilmente questa di entertainment è stata la parte più recepita dell’intervento, mantenendo sotto traccia l’aspetto di light debriefing fatto alla fine.
Insomma, divertenti sti giochini scemi…

La cosa si chiudeva comunque con un rinvio ad elaborare dei documenti per gruppi locali che si sarebbero dovuti presentare la sessione successiva, in cui il senso formativo avrebbe potuto essere più evidenziato. Purtroppo in questa occasione, per ragioni di opportunità politica, necessità di lasciare spazio ad altri interventi e forse anche non contrastare chi aveva vissuto quell’esperienza come qualcosa di troppo vicino a formazione aziendale, la chiusura del discorso e la discussione sui documenti preparati non c’è più stata. 

Da lì in poi siamo riusciti a organizzare solo una piccola serie di incontri locali più orientati a formazione vera (tipo team coaching per dire), con buoni risultati, ma di cui solo pochi hanno avuto modo di fruire. 

Perché nella maggior parte dei casi o si temeva che questo portasse a galla le vere cause dei contrasti che fra volontari non si vogliono riconoscere -e non si sanno gestire- o si rimandava ad un discorso di giochini scemi che, interrotti nel loro flusso programmato, erano stati nel tempo dimenticati, considerati inutili o addirittura negativi.

Ci può stare, non sempre i programmi vengono rispettati, magari io non sono stato all’altezza del bisogno e della composizione dell’aula. In compenso la cosa mi ha in ogni caso arricchito, dandomi modo di riconfermare come la formazione esperienziale, in tutti i suoi aspetti metaforici e non -e anche se a costo zero- se non viene inserita in un progetto che preveda poi diverse serie di incontri per rielaborazioni e attuazioni realistiche e lavorative rischia di restare nella mente dei partecipanti solo una serie di eventi giudicati e giudicabili come giochini scemi.

*Di questo concetto molto interessante mi riprometto di parlare in un altro post

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