martedì 7 ottobre 2014

BUON APPETITO!



Da qualche tempo il coking è molto richiesta da parte dei responsabili aziendali della formazione.

Io ho qualche dubbio sul tema in sé, che richiede un’attrezzatura particolarmente complessa, attenzione alla sicurezza, e soprattutto –sempre secondo me- un  basso livello di reale interazione. Mi si dice “organizzare un menù in cui ciascuno deve creare-produrre un piatto in funzione degli ingredienti  a disposizione  è molto vicino a quanto accade in azienda”.
Vero, per certi versi, ma io resto dell’idea che il piatto in sé - a differenza di un prodotto da vendere- è un  elemento molto individuale, e il menù che collega tanti piatti non richiede più di tanto sforzo per essere concordato: se tu vuoi fare la pasta alla norma e io la fiorentina non ci vedo alti livelli di conflittualità, salvo che per entrambi non risulti a disposizione in solo cucchiaio di olio, e allora uno dei due semplicemente non può arrivare al suo obiettivo…
Certo se ci si aggiunge che si deve fare anche la spesa entro un certo budget, e magari anche acquistare i materiali (pentole e piatti) allora la connessione sull’obiettivo finale formativo cresce, ma anche il budget reale della sessione formativa. 
Senza considerare che i fuochi devono essere di  un certo tipo che garantisca sicurezza, non ingerenza dell’ASL locale,  ecceta eccetera.

Dico ciò, d’altra parte,  consapevole del fatto che io personalmente adoro fare da mangiare, ma in cucina non voglio fra i piedi nessuno, e quindi non la considero attività di gruppo tout court.
Limiti personali, direte, e avrete ragione, anche se questo non contraddice il fatto che  l’ ambiente metaforico della cucina abbia senza dubbio il suo fascino (ne ho anche scritto un libretto, MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN CUCINA PER UN SINGLE DI SECONDO STADIO, che potete scaricare liberamente da http://singledisecondostadio.blogspot.it/)  e come dimostrano le decine di trasmissioni TV e libri di ricette pubblicati un po’ ovunque.

In altra ottica quindi  ho appena usato con viva e vibrante soddisfazione  il tema cucina, e il come  lo vorrei condividere i questa sede.
1)      Un gruppo di polacchi che fa capo a OleksandrNevskiy  e Oleg Sidorenko per la IGAMES  Portal Games uplay.it edizioni  ha pubblicato lo scorso anno Tajemnicze Domostwo (che significa più o meno  la casa infestata) il cui obiettivo è di identificare alcuni elementi chiave di un delitto avvenuto in una casa infestata da un fantasma per poterlo finalmente liberare dalla stessa.
2)      Io ho giocato (in italiano, ovviamente) a ‘sta roba durante l’ultimo Mucca games di Santa Marinella, sotto l’illuminata guida di Domenico di Giorgio, e mi si è accesa subito una lampadina, anzi una lampadona: è un gioco intelligente, di cooperazione, che mette in moto un sacco di competenze molto lavorative: comunicazione, ascolto, negoziazione, empatia, gestione del tempo.
3)      Funziona su alcune tessere oggetto-luogo-persona che ogni team deve identificare come sue (per poter sciogliere il mistero e liberare il fantasma) in base a carte illustrate ma generiche fornite da un master-fantasma assolutamente muto. Il tutto con discussione aperta fra team, dato che la liberazione dell'ectoplasma deve avvenire entro un tot di tempo prefissato, pena la sconfitta di tutti.

Che c’entra tutto ciò con la partenza culinaria del discorso? Spiego subito.

Da portare in aula il tema del soprannaturale potrebbe essere tosto, e così  –ecco il nesso- ho pensato di reindirizzarne il concetto in ambiente culinario: al posto di catene, ragnatele e ululati ho messo piatti, cuochi paradossali o divertenti, cucine più o meno probabili. 

Poi carte riprese da altri giochi piene di indizi casuali, ma anche da tarocchi normalissimi o mazzi da vecchio mercante in fiera. Obiettivo:  definire come novelli  Bruno Barbieri, Carlo Cracco o Joe Bastianich, a seconda di chi vi sta più sulle palle dei tre,  il master chef della sessione formativa.
Il risultato? Un ottimo mix di divertimento, tensione e interesse, chiuso come sempre rigorosamente da un bel de briefing su come i team-cuochi del caso hanno gestito decisioni, scelte e relazioni.
Per chi fosse interessato , il PDF delle carte e del regolamento sono a ‘esposizione chiedendo il tutto  a marco@madonadoni.it, la mia mail diretta.
E buon appetito!